il lavoro sono le persone
Viviamo in un'economia capitalistica (che non è l'unica possibile, né necessariamente la migliore) regolata dal mercato.
Sul mercato vengono offerti e domandati beni e servizi (pane, latte, auto, riscaldamento, computer, frutta, giocattoli, energia elettrica, etc.); in un mercato perfettamente concorrenziale, dall'incontro tra domanda e offerta di ciascun bene o servizio scaturisce il prezzo dello stesso.
Spesso, però, il prezzo viene fissato partendo dal costo di produzione al quale viene aggiunto il ricarico.
Per alcuni prodotti e servizi, ad esempio quelli relativi alla salute, il prezzo di vendita così ottenuto sarebbe troppo alto e poche persone potrebbero sostenerlo, cosicché interviene lo Stato che, attraverso il servizio pubblico - gli ospedali -, offre una copertura sanitaria a tutti i cittadini e non solo.
Figura chiave dell'economia capitalistica è l'imprenditore che organizza i mezzi di produzione (terra, capitale e lavoro) per realizzare un determinato prodotto.
Il profitto è la remunerazione dell'imprenditore ed è quanto gli rimane dopo aver remunerato gli altri fattori produttivi: la terra attraverso la rendita, il capitale attraverso i dividendi e il lavoro con stipendi e salari.
I testi di economia (e i dati empirici) stabiliscono che l'obiettivo dell'imprenditore è massimizzare tale profitto, anche se non specificano in che modo.
Terra e capitale sono investimenti fissi: un capannone aziendale, un tornio, un forno, un macchinario utensile sono molto costosi e all'imprenditore occorrono diversi anni prima di ammortizzarne l'acquisto.
Il lavoro, invece, è un mezzo di produzione variabile. Cosa significa? Che quando l'imprenditore ha bisogno di più lavoro assume lavoratori e quando non ne ha più bisogno ne riduce il numero.
Il lavoro sono le persone, variare questo fattore di produzione significa assumere o licenziare, significa incidere sulla vita di qualcuno.
Questo i libri di economia non lo specificano.
Sul mercato vengono offerti e domandati beni e servizi (pane, latte, auto, riscaldamento, computer, frutta, giocattoli, energia elettrica, etc.); in un mercato perfettamente concorrenziale, dall'incontro tra domanda e offerta di ciascun bene o servizio scaturisce il prezzo dello stesso.
Spesso, però, il prezzo viene fissato partendo dal costo di produzione al quale viene aggiunto il ricarico.
Per alcuni prodotti e servizi, ad esempio quelli relativi alla salute, il prezzo di vendita così ottenuto sarebbe troppo alto e poche persone potrebbero sostenerlo, cosicché interviene lo Stato che, attraverso il servizio pubblico - gli ospedali -, offre una copertura sanitaria a tutti i cittadini e non solo.
Figura chiave dell'economia capitalistica è l'imprenditore che organizza i mezzi di produzione (terra, capitale e lavoro) per realizzare un determinato prodotto.
Il profitto è la remunerazione dell'imprenditore ed è quanto gli rimane dopo aver remunerato gli altri fattori produttivi: la terra attraverso la rendita, il capitale attraverso i dividendi e il lavoro con stipendi e salari.
I testi di economia (e i dati empirici) stabiliscono che l'obiettivo dell'imprenditore è massimizzare tale profitto, anche se non specificano in che modo.
Terra e capitale sono investimenti fissi: un capannone aziendale, un tornio, un forno, un macchinario utensile sono molto costosi e all'imprenditore occorrono diversi anni prima di ammortizzarne l'acquisto.
Il lavoro, invece, è un mezzo di produzione variabile. Cosa significa? Che quando l'imprenditore ha bisogno di più lavoro assume lavoratori e quando non ne ha più bisogno ne riduce il numero.
Il lavoro sono le persone, variare questo fattore di produzione significa assumere o licenziare, significa incidere sulla vita di qualcuno.
Questo i libri di economia non lo specificano.